C'era una volta... Fiabe by Luigi Capuana

C'era una volta... Fiabe by Luigi Capuana

autore:Luigi Capuana [Capuana, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788895652085
editore: Experiences
pubblicato: 2008-11-15T09:52:55.250000+00:00


In un batter d'occhio, cavallo e Reginotta furono lì.

Allora il Nano disse al Re:

- Maest�, datemi un pugno sulla gobba! Non abbiate paura.

Il Re gli diede un pugno sulla gobba e questa sparì.

- Maest�, datemi una tiratina alle gambe! Non abbiate paura!

Il Re gli diede una tiratina alle gambine, e queste, di bòtto, si raddrizzarono.

- Maest�, afferratemi bene, la Regina per le braccia e voi pei piedi, e tiratemi forte.

Il Re e la Regina lo afferrarono l'uno pei piedi, l'altra per le braccia, e tira, tira, tira, il Nano, da nano che era, diventò un bel giovine di alta statura.

Il Reuccio del Portogallo si persuase ch'era di troppo e disse:

- Datemi almeno quel cavallo: farò la strada più presto.

Montò sul cavallo di bronzo, e dette le parole fatate, in un colpo sparì.

La Reginotta e il Nano (lo chiamarono sempre così) furono moglie e marito.

E noi restiamo a leccarci le dita.

L'UOVO NERO

C'era una volta una vecchia che campava di elemosina, e tutto quello che buscava, lo divideva esattamente: met� lei, met� la sua gallina.

Ogni giorno, all'alba, la gallina si metteva a schiamazzare; avea fatto l'uovo. La vecchia lo vendeva un soldo, e si comprava un soldo di pane. La crosta la sminuzzava a quella, la midolla se la mangiava lei: poi andava attorno per l'elemosina.

Ma venne una mal'annata. Un giorno la vecchina tornò a casa senza nulla.

- Ah, gallettina mia! Oggi resteremo a gozzo vuoto.

- Pazienza ci vuole! Mangeremo domani.

Il giorno appresso, sul far dell'alba, la gallina si mise a schiamazzare. Invece d'un uovo, ne aveva fatti due, uno bianco e l'altro nero.

La vecchia andò fuori per venderli. Quello bianco lo vendé subito; quello nero, nessuno voleva credere che fosse uovo di gallina. La vecchina comprò il solito soldo di pane, e tornò a casa: - Ah, gallinetta mia! L'uovo nero non lo vuol nessuno.

- Portatelo al Re.

La vecchia lo portò al Re.

- Che uovo è questo?

- Maest�, di gallina.

- Quanto lo fai?

- Maest�, quello che il cuore v'ispira.

- Datele cento lire.

La vecchina, con quelle cento lire, si credette più ricca di Sua Maest�.

Giusto in quei giorni la Regina avea posta una gallina, e alle uova messe a covare aggiunse anche quello. Ma la chioccia non lo covò.

Il Re fece chiamare la vecchia:

- Quell'uovo era barlaccio.

- Maest�, non può essere; la gallina l'avea fatto lo stesso giorno.

- Eppure non è nato.

- Bisognava lo covasse la Regina.

La cosa parve strana. Ma la Regina, curiosa, disse:

- Lo coverò io.

E se lo mise in seno. Dopo ventidue giorni, sentì rompersi il guscio. Venne fuori un pulcino bianco ch'era una bellezza.

- Maest�, Maest�! Fatemi la zuppa col vino.

E pigolava.

- Sei galletto o pollastra?

- Maest�, son galletto.

- Canta.

- Chicchirichì!

Era proprio galletto. E diventò il divertimento di tutta la corte. Ma più cresceva e più si faceva impertinente. A tavola beccava nei piatti del Re e della Regina; razzolava, come se nulla fosse, nei piatti dei Ministri, che non osavano dirgli sciò per rispetto del Re; girava di qua e di l� per tutte le stanze del palazzo reale, s'appollaiava dovunque, e insudiciava e riempiva ogni cosa di pollìna.



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